Tasse e BitcoinLa rivoluzione è cominciata. Con una mossa sorprendente e anche – perché no – coraggiosa, il comune svizzero di Zugo (30.000 abitanti, città che offre il nome al cantone di cui fa parte) ha deciso che dal 1 luglio 2016 i suoi cittadini potranno pagare le tasse anche utilizzando i Bitcoin, la criptovaluta più famosa al mondo – utilizzata moltissimo anche dalle piattaforme di trading di opzioni binarie.

Non poteva che essere la Svizzera, paese fiscalmente sempre un passo avanti (a volte anche oltre la gamba, se ci permettete il gioco di parole), a fare da apripista a una tendenza che, in caso di successo, potrebbe presto espandersi oltre nel paese e, chissà, magari anche in altre nazioni europee o extraeuropee.

Si tratta pur sempre di sole tasse comunali, per un importo massimo che non potrà superare i 200 euro (giusto per tastare il terreno, insomma), ma la decisione del sindaco Dolfi Müller è di quelle epocali e destinate, magari, anche a fare scuola.

Müller ha fatto sapere che, come detto, la scelta di imporre un tetto di 200 euro alle tasse che i cittadini di Zugo potranno pagare attraverso i Bitcoin è dettata dalla volontà di partire con una fase sperimentale che durerà fino alla fine dell’anno corrente. L’idea e la speranza è che tutto fili per il verso giusto, di modo da poter ampliare il servizio a partire già dal 2017.

Quella di Zugo sarà la prima amministrazione pubblica a provare i Bitcoin. Non solo, sarà il primo ente pubblico in assoluto, perché fino ad oggi soltanto aziende private – seppure in numero sempre crescente – avevano scelto di implementare questa criptovaluta tra le modalità dei pagamento dei propri clienti e/o utenti.

Prima di Zugo avrebbero potuto farlo anche città decisamente più grandi (e note) come New York e Pittsburgh, ma da quelle parti siamo rimasti soltanto nel campo delle ipotesi. D’altro canto, il Bitcoin avrà pure tanti pregi, ma ha anche un difetto ancora piuttosto grosso: la stabilità. Questa criptovaluta, infatti, alterna fasi in cui sembra a un passo dall’imporsi a livello globale, a fasi di flessione.

Di certo non aiuta il fatto che il creatore di Bitcoin sia ancora ignoto. Satoshi Nakamoto, infatti, è soltanto uno pseudonimo; tempo fa sembrava che l’imprenditore australiano Steven Wright intendesse prendersi la paternità della criptovaluta, ma recentemente è arrivata una sorta di marcia indietro che ha lasciato spiazzati un po’ tutti.

Tornando a Zugo, il primo cittadino Dolfi Müller ha deciso di divulgare la novità tramite il sito ufficiale della cittadina svizzera, nel quale si specifica come alla fine dell’anno verranno svolte analisi approfondite per capire se l’utilizzo dei Bitcoin – e di altre valute digitali – potrà continuare a trovare spazio tra le modalità di pagamento dei servizi urbani.

Secondo molti, quella di Müller sarebbe una scelta dettata dalla volontà di attirare le start-up, in un paese già conosciuto più per la sua fiscalità che per la sua storia o per le bellezze (seppure innegabili) del suo paesaggio lacustre.